Mentre le grandi aziende, anche in Italia, stanno abbracciando sempre di più l’Intelligenza Artificiale (AI), c’è qualcuno che sembra rimanere indietro: sono le Piccole e Medie Imprese (PMI).
Le ragioni dietro questa situazione sono diverse, ma in quasi tutti i casi possono essere ricondotte alla mancanza di consapevolezza sui vantaggi e benefici che l’AI può portare e la mancanza di risorse, sia in termini economici che di competenze, per implementarla.
Questo rappresenta un bel rischio per le PMI che, a lungo andare, potrebbero perdere terreno rispetto a concorrenti che utilizzano questi strumenti a loro vantaggio, al fine di realizzare prodotti e servizi migliori e più efficienti.
Inoltre, le PMI potrebbero trovarsi presto a dover affrontare costi operativi più elevati, dato che l’AI permette di ridurre i costi e ottimizzare le risorse.
Le PMI che rimangono indietro sugli investimenti nell’intelligenza artificiale rischiano di trovarsi in una posizione svantaggiata sul mercato. È quindi importante, che si riconosca il valore di queste tecnologie e non si risparmino sforzi per adottare misure idonee: solo così potranno rimanere competitive e sopravvivere in un mondo sempre più tecnologico e digitale.
Il primo passo verso questo risultato è sicuramente la sensibilizzazione e la formazione delle Persone, per il quale sarebbe opportuno disegnare un adeguato piano di investimenti in formazione.
Siamo di fronte, in realtà, ad una nuova Rivoluzione Industriale: solo che, stavolta, non si tratterà di migliorare la capacità produttiva di fabbriche ed attrezzature, ma di lavorare sulla competenza delle Persone per utilizzare, al meglio, gli strumenti che le nuove tecnologie mettono a disposizione: una vera Rivoluzione Culturale e sarà importante farsi trovare pronti all’appuntamento con il Futuro.