Ci siamo tutti dimenticati almeno una volta dove abbiamo parcheggiato la macchina, ma per alcuni questa situazione diventa una simpatica caccia al tesoro giornaliera.
L’abilità cognitiva delle persone ha guadagnato visibilità durante l’attuale campagna presidenziale americana, ma non è solo un problema di presidenti e senatori, ogni giorno 10.000 americani compiono 65 anni e continuano a lavorare.
Una volta le aziende nascondevano i lavoratori più anziani in ruoli meno critici, aspettando che arrivassero all’età pensionabile.
Ma oggi bisogna trovare un equilibrio in una forza lavoro che potrebbe soffrire di declino cognitivo o apparire così ai colleghi più giovani.
Sul posto di lavoro, la memoria è spesso la parte più visibile della cognizione e una delle più complesse. Ricerche affermano che si raggiunge il picco intorno ai 25 anni ed è già in declino intorno ai 30 anni. Il ritmo con cui ciò avviene varia enormemente da persona a persona ed è fortemente influenzato dalle scelte di salute e di stile di vita.
Performare ad alto livello, nonostante una memoria capricciosa, richiede una combinazione di umiltà e capacità di adattamento.
Tuttavia, per la stragrande maggioranza dei dipendenti, giovani o anziani, che dimenticano, queste misure non saranno mai necessarie, perché le aziende sono piene zeppe di soluzioni facili, ovvero di colleghi. Come la falange di membri dello staff che accompagna ogni senior executive, il team e gli assistenti possono compensare lievi e comuni problemi di memoria. Finché qualcuno sa dove e quando sarà il prossimo incontro, tutto va bene.
E il compito di chi gestisce un’azienda è di creare un ambiente favorevole a che questo reciproco supporto possa agevolmente avvenire.
Perché, in fin dei conti, la vita aziendale è lo sport di squadra per eccellenza.