L'idea del pensionamento come una linea di demarcazione tra l'attività e la non attività sta perdendo gradualmente consensi.
Si calcola che circa due terzi dei lavoratori, indipendentemente dall'età, preferiscano un "ritiro graduale”, riducendo progressivamente le ore e le responsabilità. Questa tendenza presenta nuove sfide per le aziende, chiamate a gestire una forza lavoro che desidera passare a un impiego a tempo parziale, ma continuare a contribuire.
Tuttavia, mentre i lavoratori si adattano a questa mentalità, più fluida, riguardo alla transizione dal lavoro al pensionamento, le aziende devono bilanciare la flessibilità desiderata dai dipendenti con le esigenze di produttività ed efficienza.
E, nel frattempo, pare in crescita la tendenza delle aziende a controllare rigorosamente i costi del personale, potenzialmente influenzando la decisione di non mantenere in servizio i lavoratori più anziani (e, mediamente, più costosi).
Ne deriva che, in uno scenario in cui la demografia (in calo) porrà seri problemi circa il mantenimento di organici adeguati, il ritiro graduale può anche portare opportunità. I dipendenti più anziani possono diventare preziosi mentori e consulenti, con una conoscenza approfondita dei clienti e della cultura aziendale.
Gli sforzi per incoraggiare questo tipo di transizione graduale potrebbero portare a una maggiore flessibilità e ad un vantaggio competitivo per le aziende, soprattutto per quelle disposte a adattarsi ai cambiamenti del panorama lavorativo.